INTOLLERANZA ALL’ISTAMINA

L’istamina è un composto azotato derivato dall’amminoacido istidina, noto per essere coinvolto in diverse funzioni fisiologiche che includono:
risposte immunitarie (l’istamina provoca una risposta infiammatoria immediata, determinando anche la dilatazione dei vasi sanguigni per agevolare l’azione dei globuli bianchi nella risoluzione dell’infezione o dello stimolo infiammatorio), neurotrasmissione, regolazione della funzione fisiologica nel tratto gastrointestinale. 

Può essere distinta in 

istamina endogena, prodotta dall’organismo in risposta a specifici stimoli

istamina esogena, introdotta alcuni alimenti di animale e vegetale, soprattutto quelli che subiscono una fermentazione batterica o sottoposti a lunga conservazione come formaggio, pesce o vino. L’istamina è termostabile, ovvero non viene degradata né tramite congelamento, né mediante cottura in acqua, alla griglia o al forno. 

L’istamina viene inattivata attraverso due vie biochimiche: 

  • l’istamina tissutale e quella nervosa vengono degradate tramite l’enzima N- metiltransferasi (HMT), la cui efficienza sarà proporzionale a quella del processo di metilazione valutabile con il dosaggio dell’omocisteina; 
  • l’istamina del tratto digestivo viene degradata principalmente dall’enzima diammina ossidasi (DAO) che è la via degradativa più importante: un eccesso istaminico intestinale, infatti, oltre a generare sintomi locali può avere ripercussioni sull’intero organismo. 

L’enzima DAO si trova solo in alcuni distretti del corpo: nell’intestino tenue, nel colon ascendente, nei reni, nel fegato. Tutto ciò che influenza la corretta funzionalità di questi organi può potenzialmente influenzare la funzionalità dell’enzima, in particolare a livello dell’intestino, dove DAO è più attivo.
La sua corretta azione è supportata, inoltre, dalla vitamina B6, dalla vitamina C, dal rame e dallo zinco, quindi anche la carenza di questi microelementi può influire sulla funzionalità dell’enzima. 

Se una delle due vie di degradazione dell’istamina (in particolare quella dell’enzima DAO per importanza) non risulta efficiente, la permanenza dell’istamina in circolo provocherà vari sintomi a livello di diversi distretti: 

  • a livello cerebrale, l’istamina si comporta come neurotrasmettitore e partecipa a diverse funzioni, come, ad esempio, la regolazione cardiovascolare e la termoregolazione. In caso di eccesiva liberazione, per forte vasodilatazione può indurre cefalee, nausea e vertigini; 
  • a livello cardiovascolare, un eccesso di istamina, oltre a poter modulare il battito cardiaco, può portare fino a vasodilatazione estrema, come nello shock anafilattico; 
  • a livello dell’apparato respiratorio, l’istamina genera congestione delle vie respiratorie, contrazione della muscolatura liscia bronchiale e secrezioni della mucosa respiratoria. Questo può impedire il normale processo di ossigenazione del sangue, con senso di soffocamento e fame d’aria generando i sintomi tipici dell’asma e in casi estremi quelli dello shock anafilattico; 
  • a livello gastroenterico, l’istamina può generare meteorismo e crampi per contrazione della muscolatura liscia intestinale, fino a scatenare diarrea in caso di eccessiva liberazione. 
  • a livello dermico, l’istamina provoca prurito per la stimolazione delle terminazioni nervose, nervosensitive, e orticaria fino a veri propri ponfi.

Uno squilibrio tra la quantità di istamina prodotta e la capacità di degradazione di enzimi come DAO, può causare una condizione nota come intolleranza all’istamina (HIT). L’intolleranza all’istamina è un problema acquisito e si riscontra in circa il 3% della popolazione. Una sintomatologia simile può verificarsi anche nel 20% della popolazione quando cibi ricchi di istamina o istamina-liberatori vengono consumati insieme ad inibitori dell’enzima DAO, come l’alcol e alcuni farmaci. Le donne rappresentano circa l’80% dei soggetti colpiti, la maggior parte sopra ai 40 anni (estrogeni e istamina rafforzano vicendevolmente il proprio effetto). È importante notare anche che il rischio di sviluppare questa intolleranza è maggiore in quegli individui che soffrono di malattie infiammatorie intestinali. 

Contrariamente ad un’allergia alimentare, l’intolleranza all’istamina non interessa il sistema immunitario. Non è pertanto possibile riscontrarla per mezzo di un classico test allergologico.
Poiché il contenuto di istamina negli alimenti è variabile, i sintomi possono talvolta verificarsi e talvolta no, anche ingerendo lo stesso alimento. Ciò rende complicata la diagnosi clinica. 

Segue un elenco approssimativo di alimenti contenenti istamina e istamino-liberatori.
Gli alimenti istamino-liberatori non contengono istamina o ne contengono poca, tuttavia, il loro consumo può scatenare la liberazione di istamina da parte delle cellule del sistema immunitario, che la contengono. Responsabili di questo processo sono alcune proteine fra cui la tiramina. 

ALIMENTI RICCHI DI ISTAMINA 

  • • Pomodori,
  • • crauti fermentati,
  • • spinaci,
  • • melanzane,
  • • funghi,
  • • patate,
  • • avocado,
  • • conserve e sottaceti,
  • • Ketchup,
  • • salsa di soia,
  • • pesce fresco, in scatola (conservato, marinato, salato, essiccato o sott’olio (sardine, alici, tonno, sgombro, acciughe, aringhe, salmone, caviale)), pesce affumicato (aringa, salmone..),
  • • crostacei (in particolare gamberetti, gamberi, aragoste e granchi), molluschi e frutti di mare, (cozze, vongole e ostriche),
  • • fegato e carne suina: salsicce, salame, carne ecca, prosciutto affumicato, mortadella (tutti gli insaccati),
  • • formaggi fermentati e stagionati (mozzarella, emmenthal, camembert, brie, parmigiano, gorgonzola, fontina e taleggio),
  • • alcolici, vino, birra, 
  • • caffè,
  • • bevande fermentate,
  • • aceto di vino,
  • • dado per brodo,
  • • estratti di carne,
  • • lievito. 

ALIMENTI ISTAMINO-LIBERATORI 

  • • Frutti di bosco (fragole, lamponi, mirtilli,…), 
  • • banane,
  • • prugne,
  • • albicocche, 
  • • pesche,
  • • pere,
  • • fichi,
  • • agrumi (arance, pompelmi, mandarini), melograno, 
  • • frutta esotica in generale (ananas, mango, papaya, avocado, kiwi,…),
  • • fave,
  • • piselli, 
  • • ceci,
  • • lenticchie,
  • • fagioli,
  • • crostacei
  • • albume
  • • cioccolato e cacao miele,
  • • arachidi,
  • • noci,
  • • nocciole,
  • • mandorle,
  • • anacardi,
  • • liquerizia,
  • • yogurt,
  • • lievito di birra, 
  • • selvaggina,
  • • alimenti ricchi di amidi,
  • • i cibi in scatola perché possono venire usati dei conservanti che possono scatenare reazioni allergiche. 

L’ingestione di cibo ricco di istamina, più alcol o farmaci che rilasciano istamina o inibiscono DAO, possono provocare uno squilibrio tra l’istamina accumulata e la capacità di degradarla, determinando una condizione di “intolleranza all’istamina”. 

Come il lettore può aver compreso, leggendo questo approfondimento, la diagnosi di intolleranza all’istamina è complessa ed è compito dello specialista riuscire a definirla con gli opportuni accertamenti. Pur essendo sintomi che si presentano spesso in forma cronica, se si definisce una diagnosi precisa, possono risolversi.